martedì 24 gennaio 2017

Impressioni in penna... Elettrocardiogramma di Leonardo Capuano

Le mie “impressioni in penna” nascono dal desiderio di far migrare nella scrittura, quello che l’anima ha visto, digerito, rielaborato. Perché a modo mio resti… 


Caro Signor Leonardo,
 

tirare fuori dal mio involucro queste "impressioni in penna”sul suo spettacolo, non è cosa facile. Da dove partire, che linea seguire, che sentito e trasmesso ascoltare?...Non lo so, forse dal fondo, da finale, da quell’attesa che resta in sospeso per un elettrocardiogramma che s’ha da fare? Oppure da meno della metà, quando il suo Lui consegna alla sua Lei, una delle più struggenti dichiarazioni d’amore ascoltata, una poesia in prosa, un atto d’amore in parole, che avrei voluto non finisse mai, che avrei voluto avesse dopo, una lunga pausa teatrale, che avrei voluto che lei, Signor Leonardo, ripetesse e ripetesse, così da piangerci un poco sopra, perché non ho avuto il tempo sufficiente per farlo, da piangerci di bellezza. “…Vorrei essere liquido, lacrima, così da poter evaporare…” Vede già mi sfuggono le parole precise, ma non mi sfugge l’emozione provata e che ancora dentro sento. Forse è stato proprio da quel momento preciso Signor Leonardo, che sono entrata nella sua storia, nel suo racconto non racconto, nel suo andare e venire da un luogo all’altro, da un tempo a quello dopo per tornare in quello prima. Insomma ecco le ho voluto bene, o meglio ne ho voluto a tutti quei Lei in lei racchiusi, portati con una maestria istrionica, sulle tavole del palcoscenico. Maestria che di rado s’incontra. Certo il suo elettrocardiogramma non è di facile “lettura”, c’è da ragionarci parecchio se si vuole, da rimuginarci anche di più dopo, per provare, tentare di spiegarselo. Intorno a me tanti ridevano, ridevano di gusto. Mi perdoni Signor Leonardo, ma io sono riuscita solo un poco a sorridermi dentro, sa quel sorridere amaro che chiama la tenerezza a venirgli in soccorso? Ecco, quello. E allora mi sono persa col mio volto serioso nel suo mutante, senza tregua, senza resa, immergendomi in quel caos di pensieri, di corpi, di espressioni, che sembravano non sapere il dove, il quando, il fine, sapendolo invece benissimo. Il medicinale che ogni cosa rimette al suo posto. Che pezzo meraviglioso Signor Leonardo! La ricerca dell’eterno equilibrio, per via di quella necessità, di quel dovuto sociale che ci vuole e ci impone sempre presenti a noi stessi, così in equilibrio equilibrati, senza sbavature ed eccessi, senza MALINCONIA. E allora la gamba va, vive, si muove, anche se il resto vorrebbe fermezza. Mi fermo, ho catturato su carta virtuale solo un frammento del tutto suo detto, trasmesso con forza, testa e cuore.
La ringrazio Signor Leonardo, spero di rivederla presto, o meglio, spero di “risentirla” presto.
Un saluto
Giovanna 

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