giovedì 12 gennaio 2017

Impressioni in penna Bastardi in TV di Maurizio De Giovanni

Le mie “impressioni in penna” nascono dal desiderio di far migrare nella scrittura, quello che l’anima ha visto, digerito, rielaborato. Perché a modo mio resti…

La trasposizione da letteratura a cinematografia, mi lascia sempre quel certo non so che che spiegar non so… Comune a molti credo.  Per via di quel vedere, quel sentire, immaginare, i personaggi in sentimenti, in volume di voce, di sguardi proiettati verso un dove, di espressioni che si perdono in un cosa, insomma leggerli resta sempre il miglior modo per ognuno di noi di interpretarli. Però ( e metto pausa dopo però per dargli forza), devo ammettere che questi bastardi di Maurizo in ficton, fanno la loro gran bella figura( volevo scrivere p….ca, ma nunè cosa), confermandomi, se non in toto, gran parte dell’immaginario immaginato. Una Napoli colorata, non come quella spesso truce di Ricciardi o quanto meno in bianco e nero, come mi viene di vederla immergendomi nell’atmosfera ricciardiana. Una Napoli che non rinnega le sue magagne e le sue deficienze, ma che finalmente esplode anche in  bellezza, perché Napoli  E' BELLA!
Un azzeccatissimo cast e non partendo da Gassman, ma da tutto quello stuolo di attori madrelingua che “rendono” e trasmettono bene, l’indole partenopea, che intender non la può chi non lo è. Nota ironica sul medesimo: una succursale di prestigio di Un posto al sole, unica soap che con affetto immutato seguo da una cifra di anni.
Di Alessandro Gassman che dire? Per me bravo e che la sua  bravura in questa ennesima prova conferma. Mai eccedente, mai protagonista, un tutt’uno con gli altri, un assolo al bisogno. Qualcuno gli contesta il non accento siciliano,io sinceramente no. In fondo leggendo sia Lo Iacono che Ricciardi, mi risuonano neutri d'accento nelle orecchie, come punto di piacevole distinzione dal resto. E poi l’imitazione di un dialetto, di una cadenza, non è pane per tutti e se deve essere maccheronica meglio lasciar perdere. O no?.
Pizzofalcone, i suoi bastardi, funzionano oltre le pagine, raccontandoci storie attraversando le proprie, senza eccessi, senza sensazionalismi, provando a consegnarsi con l’identica umanità con cui, il suo autore, il suo mentore, li ha scritti. 

Ora però torno a leggere. Che per me resta sempre la cosa migliore.


ps: e un Ricciardi in pellicola  quando?...
:)

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