mercoledì 8 giugno 2016

Da 1000 a 4000 battute spazi inclusi " 18 luglio 1996"


 "18 luglio 1996"

Saverio spinse le ruote con forza, una forza venuta dopo, quando quelle ruote di gomma erano diventate il suo moto a luogo. I bicipiti di Saverio erano così ben scolpiti da fare invidia al più narciso culturista. A dircela tutta anche il suo volto e tutto il suo resto fino alla cintola, erano da fare invidia: capelli neri, corvini, raccolti in una coda di cavallo che esplodeva sotto l’elastico nero, barba appena accennata, un’ombra scura sulla pelle chiara, quasi trasparente, verdi gli occhi, sovrastati da sopracciglia folte che si univano tra loro. E poi le mani, dalle dita da musicista, qualsiasi strumento tra quelle, sarebbe stato al posto giusto al di là di come lo avesse suonato. 
Spinse sulle gomme delle ruote Saverio, alla carrozzina elettrica non era voluto passare Quel doversi impegnare per dare vita al “suo passo” lo rendeva orgoglioso. 
 Si posizionò davanti agli altri, nessuno gli fece storie, anzi, gli fecero spazio. Si posizionò per emozionarsi di nuovo. Tomas Mc. Gragory e Larissa Sawson tornavano ad esibirsi nella piazza del suo paese dopo venti anni. Erano più belli, più complici, più accattivanti , più bravi, di quel sabato sera datato 18 luglio 1996, quando giunsero giovani, il primo campionato europeo vinto, le prime chiamate per esibirsi al di fuori delle gare. Erano un uno ora, un uno che danzava. Tra quei due sabati, quei due 18, quei due luglio con un secolo in mezzo, Saverio non li aveva mai persi di vista, seguendoli nelle gare, negli articoli di giornale, nei video postati su You Tube negli ultimi anni. 
La testa di Saverio fu arto, dette il ritmo, contò i passi, costruì figure. 
Tomas tratteneva la vita sottile di Larissa per un tempo infinito di pochi secondi, Larissa sfiorava il palmo della sua mano con la sua, per un tempo nel tempo sospeso. Le gambe rollavano, i piedi intrecciavano tra loro, i corpi distribuivano anima. 
Saverio ricordò con dolore immutato il tragico giorno del suo stopparsi: 19 luglio 1996. Ebbe rimpianti da fargli digrignare i denti e rabbia sui lineamenti delicati, provò perfino a contrarre i muscoli della gambe ma senza esito, a differenza di quelli della braccia che sembrarono scoppiare sotto le maniche della camicia di lino color azzurro. 
Quella furia di emozioni durò il tempo che Tomas trattenne Larissa per l’esile vita.  
Poi ogni cosa rientrò da dove era uscita. 
Da dietro la fragranza di patchouli di Valeria arrivò al naso di Saverio e ancor prima di sentire le labbra di lei mordicchiargli il collo, sorrise, sornione e compiaciuto. 
Scrosciarono applausi, si urlarono “Bis”.

Noemi accanto a loro arrossì, Valeria fu ammirata, Tomas lasciò scivolare con grazia la mano sul sedere di Larissa, Larissa non si stupì e la trattenne. 
Saverio pianse.

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Ballerini di tango foto di Giuliano Corti

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