lunedì 3 novembre 2014

Impressioni in penna... "Il giovane favoloso" di Mario Martone


Le mie “impressioni in penna” nascono dal desiderio di far migrare nella scrittura, quello che l’anima ha visto, digerito, rielaborato. Perché a modo mio resti…




"Grazie Giacomo..."


145 minuti e non andar più via. 
In sala un silenzio che da tempo avevo smesso di chiedere a un pubblico spesso ignorante, che trasmigra dal divano alle poltroncine del cinema, senza capirne la differenza. 
Il desiderio di non leggere sullo schermo la parola fine. 
Mario Martone e il suo favoloso, giovane Leopardi. Elio Germano e un Giacomo tutto suo, da esportare tra i banchi di scuola spogliato delle liriche, vestito soltanto di fame di vita e d’amore, di pensieri e riflessioni senza data di scadenza, così irraggiungibili per profondità, quanto vicini ad ogni comune mortale, almeno una volta durante questo terreno passaggio. Per via di quella solitudine che dentro tutti prima o poi grida, che si scioglie nella potenza di un abbraccio. 
Alla scena dell’incontro tra Leopardi e Giordani mi commuovo. 
Il sapere, lo studio, la conoscenza, strumenti di libertà che si fanno prigione, tortura per un corpo provato, per una mente che da sola vola. Una famiglia che reprime e non incoraggia, una genialità incompresa, sottovalutata, scomoda, perché triste, perché consapevole del male del vivere, nonostante i tumulti rivoluzionari dell’epoca. Mi passa dallo schermo alla pancia una continua e immensa tenerezza, attraverso quegli occhi favolosi che prima della penna scrivono. Elio Germano, un Leopardi che non invecchia, nonostante quel corpo che piano, ad ogni rinnovato fotogramma, si strazia, si piega, si chiude su se stesso, mentre una musica tambureggiante incalza, sottolinea una giovinezza in giacenza, un sorriso sempre pronto ad esplodere in risata.

Una valigia di poesia, un bagaglio di pensieri. Se da spendersi o no, lui non lo seppe abbastanza, gli mancò il tempo. 
A noi l’onore, il piacere, il dovere, di continuare a farlo.

Grazie Giacomo, grazie Mario, grazie Elio.



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