lunedì 29 settembre 2014

Impressioni in penna " Anime nere" di Francesco Munzi


Le mie “impressioni in penna” nascono dal desiderio di far migrare nella scrittura, quello che l’anima ha visto, digerito, rielaborato. Perché a modo mio resti…


"Anime Nere" di Francesco Munzi



Anime Nere non ti lascia, nemmeno alla lettura dell’ultimo nome sui titoli di coda. Anime Nere non lo vedi, lo vivi. Non è solo film ma un’atmosfera. Ti avvolge, ti stritola, ti agguanta, ti schiaccia. Pochi dialoghi serrati in lingua d’Aspromonte, lingua madre di una terra “belva” quanto spaventosamente bella, lingua d’ndrangheta, dura, stretta, essenziale. Potente e maestosa è l’espressività trasmessa da ogni singolo interprete del film, i muscoli facciali gli recitano, e le pupille con iride annessa rilasciano odio, rassegnazione, sfida. Amore poco, quasi fosse un monito, una vergogna. Le loro Anime mute parlano. Le vedi perché nere. Le ascolti perché irrompono nella tua. Vorresti fingessero dove realtà è. Con fatica prendi atto, rinnovata coscienza e conoscenza che quel paese dilaniato è il tuo. Il nero ti fa suo complice, ti rende inerme, muta solo d’intensità quando si mescola, si fluidifica, nel paesaggio senza colpe, nei tramonti che non sanno. 
Non c’è sangue, non c’è violenza fine a se messa in scena. Solo suoni, rumori netti, precisi, che all’uno o all’altra rimandano. Radici e ‘ndrangheta, due piatti di una stessa bilancia per una legge sola.

Anna è seduta accanto a me, resta in silenzio finchè le luci in sala non si accendono. Il suo amico fraterno Fabrizio Ferracane ha interpretato Luciano, uno dei tre fratelli protagonisti del film. Appena il nero le avrà lasciato l’anima e le parole in colore le saranno tornate alla bocca, lo chiamerà al telefono, gli passerà commozione. Ora non può. Ci guardiamo, ci salutiamo. 
Mute. Come Anime…


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"Anime Nere" romanzo di Gioacchino Criaco, da cui è tratto il film omonimo







mercoledì 17 settembre 2014

Scattiscritti "...mancanza..."


"...mancanza..."  foto di Dario Gozzini
"...mancanza.." foto di Dario Gozzini


Dopo che ebbe parcheggiato, si prese del tempo, si mise in cammino. C'era azzurro in cielo e un'aria settembrina di fine giornata che invitava al passeggio. Gli avevano narrato di quel luogo, di quella dimora di famiglia, ma aveva per motivi diversi, per mancanza di energie, rimandato spesso quel pellegrinaggio. Ora che quelle mura in rovina e ogni ciuffo verde e il terreno d'intorno gli si mostrarono parenti, sentì la necessità di chi si ripromette un ritorno. Come quando ci si allontana per avvertirne mancanza...
 
  
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