venerdì 28 marzo 2014

Da 1000 a 4000 battute spazi inclusi "Lolita"


"Lolita"



Sono bella lo so me lo dico ogni volta che uno specchio mi riflette e non me ne vergogno, anzi me ne vanto, ci schiaffeggio il mondo; quando un uomo sbava, quando una donna stizzosa di gelosia ghigna.
Alla richiesta di sorriso di Leon restai immobile, trafiggendo con i miei occhi da cerbiatta in caccia quelli di lui, non meno guerrieri, ne tanto meno supplichevoli ma eccitati. Per un tempo indefinito rimasi a fissarlo, inespressiva, muta. Volevo misurare quanto era la sua voglia vera di vedermelo davvero quel sorriso, di domandarmi altro forse, di spingersi oltre, perché il mio maledetto intuito mi diceva che quella richiesta non era che il prologo a molto di più. In questi anni feroci ho sviluppato uno spiccato senso per le situazioni di pelle, di corpo che freme, quelle richiedono poche parole. Mani, organi e gemiti gli bastano. E’ il mio biglietto da visita, in fondo avevo da recuperare, la solitudine, la violenza gratuita ricevuta, quel turpiloquio continuo nei miei confronti, non potevano che condurmi o a fare altrettanto, o a trasformarlo in eros spiccio, viscerale, che dai pori della pelle si sprigiona, segna la stanza dove sono come un animale. Non ho dubbi, a quel sorriso agognato Leon ebbe un’erezione. Glielo lessi nei movimenti impercettibili del labbro superiore, nascosto sotto i baffi neri pece.
“Offrimi da bere”-gli dissi aspirando fumo, non considerandolo più con lo sguardo-
Ordinò due birre scure. Ci spostammo dal bancone al tavolino in fondo a sinistra del locale, dove la luce dei faretti incassati nel soffitto, si faceva più fioca. Le mie gambe lunghe, il mio culo sodo, ritto, si lasciavano godere sotto i pantaloni attillati di pelle nera. Scossi il locale con quella breve ma studiata camminata fino alla sedia. Di certo Leon era già venuto...



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