giovedì 29 novembre 2012

30 novembre 2012 Festa della Toscana "Il viaggio..."



                                                                       
                                  "Viaggiatori, una storia, tante diversità, ancora un viaggio” 

Il percorso di valorizzazione delle tante peculiarità della nostra regione, questa volta tramite la tematica del viaggio, intesa in senso lato (la Toscana che va avanti, che non si ferma conscia e gelosa delle sue storie e delle sue tradizioni) ed in senso letterale (la Toscana che va nel mondo, che porta la sua storia ed i suoi tratti distintivi ai quattro angoli della terra).

  
Nonno Enrico, quel nipote dalla testa ricciuta e la pelle d’ebano, lo aveva incontrato la prima volta una mattina di maggio all'aeroporto di Pisa, quando la figlia Marta, appena scesa dalla scaletta dell’aereo, glielo aveva adagiato fra le braccia. Un fagottino color cioccolato di appena tre chili avvolto nella coperta di cotone bianca fatta all’uncinetto da nonna Cristina, spedita apposta in anticipo in Nigeria, perché il bambino potesse atterrare nella Toscana adottiva, con un pezzetto di famiglia già addosso. 
Khalifah, della tribù Hausa, il suo nome nigeriano, che i nonni faticavano a pronunciare, che Marta aveva voluto mantenergli, a costante richiamo delle sue radici, della sua cultura, della sua terra tanto stupenda quanto braccata dalla miseria, dagli uomini in potere.
 
A soli cinquant’anni, Enrico era diventato nonno, nel pieno della sua attività d’artigiano dell’argento, lavorato a sbalzo e a cesello. Le sue creazioni erano pezzi d’arte, pezzi unici. Brocche, centrotavola e alzate, decoravano le tavole in vista di mezzo mondo. 
E “Ni podere di famiglia”, su quelle colline che strizzan l’occhio a Firenze e allungano la mano alla Valdelsa, Enrico aveva riversato nel tempo i suoi guadagni, incrementando di filari la vigna, curando l’antico uliveto. 

In questo clima di lavoro e passione, cresceva Khalifah, convincendosi che se la mano e il cervello sanno a vicenda ben guidarsi, nulla resta al caso. 

Marta: con la Nigeria un legame profondo, un biglietto aereo sempre aperto, per continuare a portare le sue competenze di agronoma, di enologa, in quel paese poco generoso di raccolti, ma avido di conoscenza, di nuove opportunità. I colleghi sul posto impegnati con lei nel progetto, con affetto reclamavano ad ogni sua rimpatriata, una bottiglia di vino di babbo Enrico.

E’ un anima lunga ora Khalifah, un giunco ancora in crescita dalla corteccia scura, con le fronde ricce raccolte sulla nuca, con lo sguardo fiero che rovista il mondo. Dal suo sorriso acceso, spunta una corona di luce.  Ancora un lungo viaggio, ancora terra sconosciuta dall'altra parte del mondo. Tra i documenti, il suo sapere 110 e lode, da spendersi bene, da poterlo dimostrare. Qui, non c’è posto, qui si può solo ammirarlo sulla carta, compiacersene, metterlo in cornice, riporlo nel cassetto.
 Nonno Enrico si perde nel volto del nipote, si libera in un abbraccio, ingoia l' emozione in agguato. 
Nonna Cristina vorrebbe tirar fuori dalla borsa la coperta all'uncinetto del suo arrivo e, come pezzetto di lei, consegnargliela. 
Marta ha tanto di quell'orgoglio materno da distribuire, che quella partenza, non è altro che un nuovo arrivo.  
Con la sua sciarpa di pace intorno al collo, Khalifah, decolla.



Ci siamo sempre stati noi toscani; nelle tele d’arte, nei marmi in scultura. Un’intera Galleria del Louvre, con il genio di Leonardo in Gioconda a capo del gruppo, ne è tangibile testimonianza. 
Il nostro miglior prodotto artigianale, rimane invece ora, nel ricordo dei non più giovani. 
Come quell’ironia sagace che ci contraddistingue, come la “c” e “l’hacca” aspirata che “un ce la sanno imitare”, dobbiamo tornare ad esserci anche con questo. 
Con l’estro dei giovani e l’esperienza dei vecchi, con la tecnologia ad aiutare le mani dotate, con l’apertura mentale a ossigenare i cervelli.



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Breve racconto letto alla Scuola media "R. Fucini" di Montespertoli, in occasione delle celebrazioni per la Festa della Toscana 2012, alla presenza del Consiglio Comunale, degli alunni e delle varie rappresentanze scolastiche.

2 commenti:

  1. e bravo Khalifah !!!, a dimostrare ancora una volta che se l'ambiente circostante aiuta in ognuno di noi, se determinato e volenteroso, germoglia il buonsenso, la bontà, la conoscenza e la gratitudine !!! Brava Giò

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  2. Grazie Marco per aver speso del tuo tempo a leggere. Un abbraccio

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