sabato 15 settembre 2012

Da 1000 a 4000 battute spazi inclusi "Immagino..."



…immagino…


In attesa del nuovo raccolto, le vigne riposano. Mosso è il terreno tra i filari, mentre la rosa rossa s’aggrappa e cresce, sulla prima palina di ognuno. Geometria della natura, linee parallele corrono nude, finché il sole, l’acqua e il tempo le rimpolperanno di foglia, di frutto acerbo in attesa di farsi nettare, per gli uomini, per gli dei.
Campagna Toscana, terra di vino, dove il mio passeggiare ogni volta gode, dell’ora diversa, della diversa stagione. E se quello che ammiro non mi basta, posso sempre fermarmi, concentrare il mio sguardo su un rettangolo di valle che ho dinanzi, e immergermi in un passato che solo la fantasia e un po’ di cultura, mi permettono di immaginare…
“ …<Oh Gino, senti come le cantano le tu donne, di cui a sera che avranno più cantato o più colto?....> gli vocia Ettore dai fondo di filare.
Gino ride e con lui gli vengan dietro tutti gli altri, senza levare i capo da i lavoro, che i ritmo e un va perduto, perché i padrone poi a fine giornata, potrebbe avere da ridire.
Intanto Settimo i figliolo maggiore dell’Assunta la vedova di poero Nanni, si carica i panieri sulle spalle, fin su in cima alla vigna, dove i carro coi du buoi attaccati l’aspetta. Senza fa che neanche un grappolo si perda, rovescia i panieri nella tinnela , e quando questa l’è ricolma, incita le bestie e s’avvia coi carico alla cantina. Quanti viaggi e faccian tutti e tre fino alla sera, e un c’è da sapello! Di certo indò cè Settimo c’è i buoi e viceversa…
Quest’anno gli stato intaccato i mese d’ottobre pe dare i via alle vendemmie, perché i sole dopo l’acquazzone di fine agosto, unne volea sapè di intiepidissi, e i chicchi continuavano a crescere e a zuccherassi. Dicono che questa annata la sarà da ricordare, che ce ne sarà di che mescere pe tutto l’anno e che i chicchi l’eran così sodi, che la governatura de tinila si farà da se!...”
Da buio a buio, le schiene rimanevano curve sui grappoli, e solo quando il campanile della chiesa batteva la mezza, le braccia si arrestavano. Allora come pulcini i figli più piccoli, sparsi tra i filari, tornavano alle madri, si toglievano il cappello e s’asciugavano la fronte gli uomini, mentre le donne mettevan mano ai cesti di pane e companatico, distribuendo parsimoniose a quelle bocche in attesa. Anche i grappoli d’uva sottratti alla raccolta, accompagnati da un pezzo di pane, diventavano primo, secondo e dolce, di un epoca arida di cibo. I giorni di vendemmia sancivano un po’ l’abbandono della bella stagione e quel momento di lavoro quasi conviviale, era baciato spesso dall’ultimo tepore del sole d’autunno. Dopo vento e gelo avrebbero tagliato i volti, e spaccato di geloni le mani..

Immagino…




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Montespertoli (FI). Nei pressi di Poppiano
 

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